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Il Regime Forfetario e le Novità del 2025

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il regime forfetario si presenta con un ventaglio di modifiche significative che mirano a renderlo più flessibile e accessibile per i professionisti e le piccole imprese. Questa tipologia di regime fiscale, che ha rappresentato per anni un punto di riferimento per la semplificazione amministrativa e fiscale, si adatta ora alle nuove esigenze del contesto economico e lavorativo. Analizziamo nel dettaglio i cambiamenti introdotti e le principali condizioni di applicazione per l’anno in corso.

Requisiti di Accesso e Novità

Il regime forfetario è riservato alle persone fisiche che esercitano attività d’impresa o lavoro autonomo, a patto che rispettino determinati requisiti. Tra questi troviamo:

  • Limite di ricavi o compensi: I ricavi annui non devono superare la soglia di 85.000 euro, indipendentemente dal settore di attività.
  • Spese per lavoro dipendente o collaboratori: Queste spese non devono superare i 20.000 euro lordi all’anno.

A queste condizioni di base si aggiungono le novità introdotte con la Legge di Bilancio 2025, che includono:

  • Aumento del limite di reddito da lavoro dipendente: La soglia massima per accedere o mantenere il regime forfetario è stata innalzata da 30.000 a 35.000 euro. Questo cambiamento rende il regime accessibile a un numero maggiore di contribuenti, specialmente a coloro che combinano redditi da lavoro autonomo con attività dipendente.
  • Fattura semplificata: Dal 2025, i soggetti che operano in regime forfetario possono emettere fatture semplificate anche per importi superiori a 400 euro. Questa modifica agevola ulteriormente la gestione amministrativa, riducendo gli oneri burocratici.
  • Riduzione contributiva IVS: Per i contribuenti che avviano una nuova attività nel 2025, è prevista una riduzione del 50% dei contributi IVS per i primi 36 mesi di attività. Questo incentivo rappresenta un importante sostegno per le start-up e i nuovi imprenditori.

Cause di Esclusione

Nonostante i numerosi vantaggi, vi sono alcune condizioni che precludono l’accesso al regime forfetario. Non possono beneficiarne i soggetti che:

  • Superano il limite di reddito da lavoro dipendente: Se i redditi derivanti da lavoro dipendente o assimilati superano i 35.000 euro annui, non è possibile accedere o mantenere il regime forfetario.
  • Esercitano attività prevalenti per ex datori di lavoro: Coloro che svolgono prevalentemente attività nei confronti di datori di lavoro con cui hanno avuto rapporti nei due anni precedenti sono esclusi, salvo specifiche deroghe.
  • Detengono partecipazioni incompatibili: La partecipazione in società di persone o il controllo diretto/indiretto di SRL con attività connesse a quelle svolte dal contribuente in regime forfetario costituiscono cause di esclusione.

Vantaggi Fiscali

Il regime forfetario offre numerosi vantaggi fiscali, tra cui:

  • Imposta sostitutiva agevolata: Al reddito determinato applicando un coefficiente di redditività, è prevista un’imposta sostitutiva del 15%. Per i contribuenti che iniziano una nuova attività, l’aliquota è ulteriormente ridotta al 5% per i primi 5 anni, a condizione che non abbiano esercitato attività simili nei tre anni precedenti.
  • Regime previdenziale agevolato: I soggetti in regime forfetario possono beneficiare di una riduzione contributiva del 35%. Questa agevolazione è però alternativa alla nuova riduzione del 50% prevista per i primi tre anni di attività.

Passaggio e Uscita dal Regime

Il passaggio al regime forfetario è agevolato per i contribuenti che rispettano i requisiti di accesso. Tuttavia, il superamento di determinate soglie di ricavi può comportare l’uscita dal regime:

  • Ricavi tra 85.001 e 100.000 euro: In questo caso, il contribuente esce dal regime a partire dall’anno successivo.
  • Ricavi superiori a 100.000 euro: Il regime forfetario cessa immediatamente, con applicazione degli obblighi IVA a partire dall’operazione che comporta il superamento del limite.

Esempi Pratici

Per chiarire le modalità di applicazione e le cause di esclusione, consideriamo due esempi:

  • Un architetto che ha percepito nel 2024 redditi da lavoro dipendente pari a 31.000 euro potrà continuare ad applicare il regime forfetario nel 2025.
  • Un consulente del lavoro con redditi da lavoro dipendente di 36.000 euro nel 2024 dovrà invece adottare il regime ordinario dal 2025.

Conclusione

Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 rendono il regime forfetario un’opzione ancora più interessante per professionisti e piccoli imprenditori. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione ai requisiti di accesso e alle cause di esclusione per garantire una corretta applicazione del regime. Con una gestione attenta, il regime forfetario può rappresentare uno strumento efficace per ottimizzare la fiscalità e semplificare gli obblighi amministrativi.

Aggiornato al 22/01/2025

Bonus a due aliquote per i lavori in casa e il taglio delle detrazioni

Il Ddl di Bilancio 2025 introduce importanti novità nel settore delle agevolazioni fiscali per i lavori sugli immobili, cercando di uniformare le aliquote e limitare le agevolazioni per i redditi più alti. Ecco le principali modifiche:

  1. Unificazione delle aliquote:
    • Per i lavori su prime case, la detrazione sarà al 50% nel 2025, ridotta al 36% nel 2026-2027.
    • Per le seconde case, si scende al 36% nel 2025 e al 30% negli anni successivi.
    • Gli interventi includono manutenzione, efficientamento energetico (ecobonus), ristrutturazioni ordinarie e sismabonus.
  2. Massimali e limiti di spesa:
    • Le agevolazioni sono limitate a 96.000 euro per interventi di ristrutturazione.
    • Il bonus mobili (per arredi ed elettrodomestici efficienti) è prorogato per il 2025 ma resta legato a una ristrutturazione e ha un tetto di 5.000 euro.
  3. Sismabonus e altre agevolazioni:
    • Il sismabonus, storicamente più vantaggioso, sarà portato alle stesse aliquote del bonus ristrutturazioni, perdendo le aliquote potenziate.
    • Il bonus barriere architettoniche (75%) resta, ma il Superbonus si riduce al 65% per cantieri già avviati entro il 15 ottobre 2024.
    • Viene eliminato il bonus verde (ora al 36%).
  4. Tetti alle detrazioni per redditi elevati:
    • Per redditi superiori a 75.000 euro, le detrazioni cumulabili saranno limitate a 14.000 euro per redditi fino a 100.000 euro e a 8.000 euro per i redditi oltre tale soglia.
    • L’occupazione del plafond da parte delle spese di ristrutturazione potrà rendere difficile beneficiare di ulteriori agevolazioni.
  5. Impatti sui contribuenti:
    • I contribuenti con redditi elevati o variazioni nel nucleo familiare (es. figli che diventano indipendenti) potranno avere difficoltà a calcolare con precisione il risparmio fiscale nei dieci anni successivi.
    • Questa incertezza potrebbe, per alcuni, incentivare il pagamento senza fattura, vista la difficoltà di beneficiare di detrazioni su un lungo periodo.

Il Governo, con questa manovra, cerca di razionalizzare e ridurre l’impatto fiscale dei bonus, ponendo anche limiti più stringenti per i redditi più alti.

Aggiornato al 29/10/2024

Attestazione sui contratti a canone concordato per beneficiare della cedolare secca

A seguito di interpello proposto dal SUNIA, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito ai criteri generali per la realizzazione degli accordi da definire che permettono di beneficiare della cedolare secca pari al 10% sui canoni, questo in sede locale per la stipula di contratti di locazione ad uso abitativo a canone concordato.

Viene ricordato che la norma prevede che le parti di un contratto di locazione possono farsi assistere nella definizione del contratto dalle rispettive organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori.
Per i contratti di locazione a canone agevolato concordato “non assistiti” le parti sono, invece, tenute ad acquisire un’attestazione, rilasciata dalle organizzazioni firmatarie dell’accordo, con la quale viene confermata la rispondenza del contenuto economico e normativo del contratto di locazione all’Accordo Territoriale.
L’Agenzia delle Entrate sottolinea che per i contratti a canone concordato ‘non assistiti’, l’acquisizione dell’attestazione costituisce elemento necessario ai fini del riconoscimento delle agevolazioni.
Di seguito l’Agenzia delle Entrate precisa che, nonostante nel D.M. non sia previsto alcun obbligo in capo alle parti contrattuali di allegare l’attestazione, in sede di registrazione, l’allegazione appare, peraltro, opportuna al fine di documentare la sussistenza dei requisiti, laddove il contribuente chieda di fruire dell’agevolazione prevista.

 

Aggiornato al 06/04/2018

 

Bonus giardini

Per chi ama piante e fiori, il 2018 è l’anno del pollice verde.

Il giardinaggio viene infatti incentivato grazie al nuovo «bonus verde per giardini e terrazzi privati». A prevederlo è la legge di bilancio 2018.

Si tratta, in pratica, di una detrazione fiscale per le spese eseguite in favore del verde urbano. Per l’operazione, lo Stato ha accantonato ben 600 milioni di euro. A beneficiarne non saranno solo i proprietari di ville e villette con un giardino, ma anche i normali condomini che intendono trasformare balconi e terrazzi in piccoli angoli di natura.

La legge di Bilancio prevede una detrazione del 36% sulle spese dedicate a giardini, terrazzi e balconi.

L’importo massimo di spesa consentito in un anno per usufruire del bonus è di 5 mila euro.

Pertanto, tutte le spese superiori a tale soglia, non godranno del bonus. Il limite di 5 mila euro però non è calcolato sulla persona del contribuente ma sull’immobile. Quindi una persona con due case potrà usufruire due volte del bonus per un totale di spesa di 10 mila euro e quindi una detrazione di 3.600 euro complessivi tra i due immobili.

Le spese dovranno ovviamente essere documentate e dovranno passare da “bonifici speciali”. La detrazione viene ripartita in 10 quote annuali.

Il nuovo bonus verde viene destinato alla sistemazione a verde «di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni»: si tratta, in particolare, di terrazzibalconi e giardini condominiali. Ma anche giardini pensili e coperture, messa a dimora di piante e arbusti.

Tra i vari casi che dovrebbe prevedere il bonus verde annunciato dal ministro Maurizio Martina e che si attende diventare operativo entro l’anno, “chi per esempio ha una casa con giardino dove fare grosse potature, o ha una siepe malata da sostituire con una sana, o anche un impianto irriguo da installare o sostituire” come spiega Francesco Mati, presidente della Federazione di prodotto florovivaistico di Confagricoltura.

La detrazione spetterà anche per le spese condominiali: anche in questo caso si applica il tetto massimo di 5 mila euro per unità.

Il bonus copre anche le spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.

Anche se voglio trasformare in giardino un’area incolta sarà possibile usufruire di questi sgravi.


C’è bisogno di giardini curati che aiutino la qualità dell’aria e la biodiversità.